LO SCANDALO DEL CARO PREZZI DEL LATTE IN POLVERE IN ITALIA

E’ tristemente nota l’anomalia italiana legata non solo al prezzo del latte in polvere, ma anche a quello di tutti i prodotti in genere per la prima infanzia. La disparità di prezzi rispetto al resto d’Europa è ormai un dato di fatto. In Italia la libera concorrenza non è di casa. E, in questo settore, purtroppo non c’è mai stata! Il prezzo del latte in polvere ha oscillato in Italia tra i 33,5 € al kg del 2001 e i 37,26 € del 2003. Negli altri paesi europei lo stesso latte, prodotto dalle stesse multinazionali, negli stessi periodi costava dalla metà ai due terzi in meno.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel marzo 2000 ha condannato i maggiori produttori di latte in polvere (Heinz Italia, Plada srl, Nestlè Italiana Spa, Nutricia Spa, Milupa Spa, Humana Italia Spa e Milte Italia Spa) a una sanzione di 3 milioni di euro, riconoscendoli responsabili di avere creato un “cartello”, con lo scopo di mantenere i prezzi alti e di favorire il canale distributivo farmaceutico a scapito della grande distribuzione organizzata. In quella occasione i produttori hanno ritenuto “più conveniente” pagare la sanzione e continuare però comunque ad  applicare il cartello. Le multinazionali si sono approfittate in maniera indecente di una situazione di bisogno delle famiglie. Il latte in polvere infatti è un prodotto molto spesso essenziale e, in certi casi, i genitori non hanno alcuna scelta: se vogliono far vivere i loro figli, devono comprarlo.

Per trovare una soluzione concreta a questo problema il Movimento Consumatori, nel luglio 2004, ha creato il “Gruppo d’acquisto di prodotti per l’infanzia”, che effettua mensilmente acquisti direttamente in Germania. I genitori, in questo modo uniti, possono dividere tra tutti, le spese di spedizione e comprare i prodotti essenziali per i loro bambini (latte, pannolini e omogeneizzati) a prezzi decisamente inferiori a quelli praticati in Italia.

Pochi giorni dopo la presentazione di questo progetto del Movimento Consumatori, l’Antitrust ha avviato una nuova istruttoria (durata ben 15 mesi) a carico delle aziende produttrici. Il responso, pubblicato il 10 ottobre scorso, è nuovamente di condanna. La sanzione questa volta ammonta al triplo: 9.743.000 €. La motivazione è sempre la stessa: avere posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, concordando il mantenimento di elevati livelli di prezzo del latte per l’infanzia. Nel mentre altri importanti passi sono stati compiuti anche grazie alle scelte commerciali di due importanti realtà italiane come Federfarma e Coop: hanno deciso di porre in vendita per la prima volta un latte in polvere “generico” (non di marca) a un costo ridotto. E’ però rilevante sottolineare il fatto che questi sono appunto solo “passi”, seppure importanti, verso una “meta finale” che non è però ancora stata raggiunta. Ancora oggi, anche se non più così sfacciatamente scandalosa, è persistente la discrepanza tra i prezzi dei prodotti per l’infanzia praticati in Italia e nel resto di Europa. Basti pensare che persino lo stesso latte “generico”, che viene pubblicizzato come “il primo latte a prezzi europei”, costa in realtà il doppio di un latte “generico” ad esempio tedesco. Senza parlare dei pannolini e omogeneizzati che mediamente costano il 30-40% in meno che da noi.

Appare incomprensibile come in un Paese come il nostro, che riconosce nella stessa Costituzione i diritti della famiglia e che si impegna formalmente (art. 31 Cost.) a predisporre “misure economiche ed altre provvidenze” per agevolarne i compiti, sia ancora tollerata una situazione così evidentemente ingiusta.

Nel mentre i genitori uniscano le forze, come nel caso del Gruppo d’Acquisto del Movimento Consumatori, per non permettere passivamente a multinazionali senza anima di approfittare della loro debolezza.

Organizzarsi è possibile!