Nell’ambito del progetto sono state coinvolte e sono partner 9 società sportive in 5 province del Piemonte.

Presso le società sportive avverranno gli incontri con i genitori, le giovani calciatrici e calciatori.

Gli altri partner:

La Fondazione Carolina Onlus

 

La Fondazione raccoglie la sfida di Paolo Picchio, il papà di Carolina, prima vittima acclarata di cyberbullismo, che si è tolta la vita nel gennaio 2013. L’obiettivo è di fornire un supporto alle famiglie e alla comunità, per garantire ai genitori, agli educatori e tutti i coloro che hanno responsabilità educative, il diritto alla cura, al recupero e all’armonia delle nuove generazioni.

La Fondazione lavora in stretta sinergia con le Istituzioni, per la prevenzione del cyberbullismo e dei reati digitali, in supporto operativo alla norma e alle relative azioni educative previste dai vari territori e rivolte a minori, studenti e comunità educanti.

L’azione della Fondazione prevede diverse linee di intervento:

– Sensibilizzazione (eventi e campagne social) rivolta alle comunità educanti: la testimonianza di Papà Picchio, padre di Carolina, coglie il suo estremo grido di aiuto “Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno”.

– Formazione preventiva: per rispondere ai bisogni educativi generati dall’attuazione della Legge ispirata a Carolina (Legge 71/2017), la Fondazione propone a scuole, oratori, centri aggregativi percorsi educativi e laboratoriali da rivolgere a minori e adulti di riferimento del contesto educativo (familiari, docenti, educatori, operatori sociali). Obiettivi: generare consapevolezza e responsabilizzazione nelle relazioni digitali; promuovere il rispetto sulla Rete; riconoscere i rischi connessi ad un utilizzo non consapevole del web e alle “trappole” del sexting e della pedopornografia; conoscere gli strumenti per difendersi dalla violenza sui social network; costruire e/o rafforzare il patto educativo.

– Recupero: rispondere alle richieste di intervento e aiuto da parte di minori e adulti, in casi di disagio incipiente o conclamato, dovuto a isolamento, iperconnessione, violenza digitale, bullismi; le comunità interessate da questa azione contrastiva e rieducativa ricevono supporto psicoeducativo e legale da un team di professionisti. Durante la pandemia da Covid-19, la squadra di pronto intervento della Fondazione (progetto RE.TE. – REscue TEam) è stato indicato dal protocollo di intesa siglato con il Ministero dell’Istruzione come gruppo deputato alla presa in carico dei casi di bullismo segnalati dalle scuole di Italia.

Le parole di Paolo Picchio, padre di Carolina e presidente onorario della Fondazione

La costituzione di Fondazione Carolina chiude un cerchio lungo quasi sei anni. Oggi sappiamo che il cyberbullismo, nella sua forma più crudele, non può essere derubricato a semplice ragazzata, ma che – come ha scritto Caro – “le parole fanno più male delle botte”. Tutti lo hanno capito, anche quei ragazzi che hanno affrontato questo lungo percorso di riflessione e consapevolezza e rispetto alle conseguenze delle loro azioni. A Carolina il Parlamento ha dedicato la prima legge a tutela dei minori in materia di cyberbullismo; nel nome di mia figlia si è celebrato il primo procedimento in Europa sul bullismo digitale. Grazie al contributo del mio legale, Anna Livia Pennetta, il dibattimento ha individuato con certezza i responsabili, ma ha chiarito che nel dolore non c’è nulla di virtuale: il bullismo, specialmente nella sfera digitale, non può essere relegato a semplice ragazzata. Ecco perché abbiamo costituito una No Profit, Fondazione Carolina, con i massimi esperti in capo educativo, formativo, giuridico e comunicativo, in modo da poterci mettere a servizio delle famiglie e dei ragazzi. Perché oggi come oggi non esiste distinzione tra reale e virtuale. Nel corso dei moltissimi incontri pubblici di questi anni ho vissuto emozioni inaspettate. In quegli innumerevoli abbracci cercavo il conforto che oggi, invece, mi chiedono tanti, troppi ragazzi che soffrono.

L’Associazione Sloweb

Sloweb è un’associazione non profit fondata per promuovere l’uso responsabile degli strumenti informatici, del web e delle applicazioni Internet attraverso attività di informazione, educazione e lotta agli usi impropri da parte di organizzazioni di ogni natura.
Sloweb afferma che il web è uno straordinario mezzo di trasmissione del sapere, dei ricordi e delle informazioni di qualità. Sloweb riconosce le enormi opportunità ed il potenziale delle tecnologie digitali, anche per facilitare l’inclusione delle persone disabili.
Sloweb riconosce che l’uso delle tecnologie informatiche interferisce a fondo con la parte irrazionale, emotiva e inconscia della natura umana. Alle opportunità si affiancano quindi rischi e fenomeni sociali da valutare con attenzione e, in casi specifici, contrastare.
Sloweb si impegna a proteggere i diritti fondamentali anche sul terreno particolare della gestione ecologica dei dati digitali delle persone: ridurre, proteggere, selezionare, possedere, cancellare e gestire la propria eredità digitale.
Quanto sopra è essenziale per rendere il web più sicuro, libero e utile per tutti.

 

Con il contributo del

 

 

 

 

e con la collaborazione di

 

Direzione Sanità e Welfare
Settore Politiche per i bambini, le famiglie, minori e giovani, sostegno alle situazioni di fragilità sociale