Come MC Piemonte, al fine di ottenere trasparenza e qualità nella messa in commercio del riso, così come per valorizzare il “made in Italy” di un prodotto anche e soprattutto piemontese, ci facciamo portavoce e condividiamo la campagna di Coldiretti avviata per ottenere l’applicazione dell’etichettatura d’origine per il riso italiano.
“L’etichettatura per il riso italiano sarà uno strumento fondamentale per la trasparenza, in attesa di un provvedimento a livello europeo per combattere le importazioni – sottolinea Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo – I dati parlano chiaro, infatti: dall’aumento del 346% degli arrivi dal Vietnam al +34% dalla Thailandia, mai così tanto riso straniero è arrivato in Europa come nel 2016. Una situazione insostenibile per i nostri risicoltori”.
“Continueremo ad incalzare le industrie mettendo in atto azioni con i consumatori, anche sui nostri canali social, al fine di ottenere chiarezza e trasparenza – sottolinea Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – Tutto questo a difesa delle oltre 1.100 aziende piemontesi che non vedono giustamente remunerato il loro lavoro e, anzi, pagano la situazione di un mercato fortemente condizionato dalle importazioni a dazio zero dall’estero”.
“Siamo al fianco di Coldiretti Piemonte in questa cordata per la trasparenza, a favore dei consumatori – affermano Marco Gagliardi presidente del Movimento Consumatori del Piemonte e Giovanni Dei Giudici presidente Federconsumatori Piemonte – Senza un’etichettatura chiara ed efficace, infatti, non sono in grado di operare una scelta consapevole nel momento dell’acquisto. Sicuramente, quindi, il provvedimento, annunciato dal Mipaaf nei giorni scorsi, dà una forte risposta a quanto chiede il mondo dei consumatori, in attesa di un provvedimento a livello europeo”.
Il Delegato Confederale Bruno Rivarossa ribadisce l’importanza di creare delle filiere: “Va sottolineato, però, che in questo momento l’industria risiera sta stivando nei magazzini quantità cospicue di risone acquistato a prezzi stracciati, approfittando in maniera vergognosa della situazione venutasi a creare, tanto da costituire delle vere e proprie riserve per le prossime campagne e poterlo poi rivendere ad un prezzo molto più alto. Questo produce speculazioni sulla pelle dei risicoltori italiani e genera un danno a tutto il comparto. Una strategia miope e di puro interesse economico che danneggia sia i produttori sia i consumatori. Ribadiamo ancora una volta – prosegue – la nostra disponibilità a creare filiere 100% Made in Italy con la partecipazione anche delle associazioni dei consumatori per rendere davvero trasparente il settore”.